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Pesce – carne – pizza
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Ristorante con terrazza sul mare
Pesce – Carne – pizza
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È una delle maggiori attrazioni turistiche siciliane ed è in continua evoluzione, nonostante sia molto legata a tradizioni molto, ma molto antiche. Protagonista di questo articolo del nostro blog è il cibo. Ma non un cibo qualunque, ci concentreremo infatti sul cibo di strada – ormai universalmente conosciuto come street food –.
La città di Palermo infatti rappresenta una delle riconosciute capitali mondiali dello street food.
Il centro storico del capoluogo siciliano è letteralmente invaso (in senso più che buono) di bancarelle e carrettini vari in cui si vendono le specialità tipiche che tanto hanno reso famosa la città. Sfincione, pani ca meusa, pane panelle e cazzilli, arancine, stigghiola e svariati pezzi di rosticceria sono soltanto alcuni – forse i più conosciuti – cibi di strada di Palermo e provincia.
In questo piccolo excursus descriveremo solo una parte di essi per poi, forse più in là, approfondire anche i restanti.
L’ARANCINA/O
Di tutto lo street food siciliano è la regina (o il re che dir si voglia), conosciuta/o in tutto il pianeta è ormai diffusa ovunque e capita spesso di poterla/o mangiare di ottima qualità anche al di fuori della Trinacria. Stiamo ovviamente parlando dell’ARANCINA o ARANCINO che dir si voglia in base alla zona della Sicilia in cui vi trovate.
Nella parte occidentale la chiamiamo Arancina per la sua forma e il suo colore molto somiglianti a quelli di un’arancia. In ogni caso chiamatela come vi pare l’importante è godere del suo sapore senza alcun preconcetto. Da qui in poi per comodità, e soprattutto perché a Cefalù si chiama così, la chiameremo esclusivamente Arancina.
Di cosa stiamo parlando lo sapete tutti, no? Una palla di riso, di circa 10 cm di diametro, ripiena di ragù o prosciutto e mozzarella o di altre leccornie delle quali parleremo più avanti, panata e fritta.
Le origini dell’Arancina sono attribuite alla dominazione araba, epoca in cui sarebbe stata introdotta nell’isola l’usanza di consumare riso e zafferano condito con erbe e carne. Si pensa che siano stati gli stessi Arabi a darle il nome, dato che questi ultimi usavano dare nomi riconducibili a vari frutti alle loro pietanze, mentre l’introduzione della panatura croccante sarebbe merito della corte di Federico II di Svevia. La Arancine panate erano infatti molto più facilmente trasportabili nei lunghi viaggi o nelle abituali battute di caccia.
I due gusti tradizionali sono: “Al ragù” (di carne) e “Al burro” (prosciutto e mozzarella), ma negli anni sono nati i gusti più disparati, soprattutto in relazione alla zona in cui vengono consumati, tra questi citiamo: melanzane fritte, funghi, salsiccia, gorgonzola, salmone, pollo, pesce spada, frutti di mare, pesto, gamberetti, nero di seppia, pistacchio e chi più ne ha più ne metta. Ovviamente non mancano le versioni dolci.
Insomma, se vieni in Sicilia una bella mangiata di Arancine è d’obbligo.
LO SFINCIONE
Hai mai sentito parlare della Sfincione? Cibo tipico delle città di Palermo e Bagheria, ma presente anche in gran parte della provincia. Di cosa si tratta?
Molti lo associano a una pizza più alta, diciamo che non è proprio sbagliato anche se l’impasto è totalmente diverso da quello della pizza, molto più alto e morbido, spugnoso. Il nome dello Sfincione infatti deriva dal latino spongia e dal greco spòngos, appunto “spugna”.
La differenza tra la versione palermitana e bagherese sta nel fatto che nella prima il condimento è una salsa a base di pomodoro, cipolla, acciughe, origano e pezzetti di formaggio tipico siciliano (un caciocavallo di media stagionatura); la versione bagherese invece non prevede l’uso della salsa di pomodoro che viene sostituita da tuma (o ricotta), cipolline e acciughe.
Lo Sfincione è il simbolo della cultura del “cibo di strada” di Palermo ed è facile trovarlo veramente dappertutto. Sono infatti decine i venditori ambulanti che girano per la città con i loro caratteristici carretti o furgoncini per vendere questa gustosissima pietanza.
VIDEO: Abbanniata dello sfincionaro
ROSTICCERIA PALERMITANA
Concludiamo questa breve carrellata di di street food palermitano con la Rosticceria Palermitana. Nonostante questa non sia considerata street food in senso stretto, è innegabile di quanto sia celebre un po’ ovunque. Consiste in una serie di “pezzi” – si chiamano così i vari prodotti che la compongono – uno più godurioso dell’altro.
Calzoni, pizzette, Rollò con wurstel, Pizzotti, Rizzuole o Ravazzate (pasta fritta o al forno ripiena di ragù di carne), pezzi ripieni di verdure e una serie infinita di altri sfiziosissimi pezzi, tipici della nostra cultura e tradizione.
Anche l’Arancina appartiene alla Rosticceria Palermitana, ma data la sua storia e la sua universalità meritava di essere trattata a parte.
Il messaggio è chiaro, se vieni dalle nostre parti non puoi non assaggiare tutte queste specialità e siamo sicuri che non ti tirerai indietro anche perché in ogni angolo di ogni via troverai un venditore ambulante o una rosticceria pronta a servirtele appena sfornate.
Il Museo Mandralisca di Cefalù è uno dei più importanti della Sicilia e sicuramente uno dei luoghi culturali di maggiore attrattiva della cittadina normanna.
Posto nell’omonimo palazzo dalla facciata ottocentesca lungo quella che fu la “strada Badia”, una viuzza silenziosa che dal Duomo scende fino a mare e che oggi da esso prende il nome, il Mandralisca è l’unico museo di Cefalù.
La fondazione si deve al barone Enrico Pirajno di Mandralisca, politico e filantropo cefaludese che, in assenza di eredi, lasciò i suoi numerosi oggetti d’arte ai concittadini, ponendoli nella sua abitazione dove tuttora si trovano.
Il palazzo che lo ospita fu infatti la dimora della famiglia Mandralisca e di quel periodo mantiene ancora oggi l’intima atmosfera dell’ambiente domestico.
Il Museo Mandralisca di Cefalù si può ben definire come museo interdisciplinare. Infatti, oltre alla pinacoteca, esso ospita una notevole collezione archeologica, un fantastico monetario e una raccolta malacologica tra le più ricche d’Europa. A questa già immensa collezione si aggiungono i mobili e gli oggetti di pregio appartenuti alla famiglia Mandralisca.
Fiore all’occhiello del museo sono due riconosciuti capolavori: il magnifico Ritratto d’Uomo, opera di Antonello da Messina, noto in tutto il mondo anche per il romanzo di Vincenzo Consolo, Il sorriso dell’Ignoto Marinaio, ad esso ispirato, e il cratere siceliota a figure rosse su fondo nero detto del Venditore di tonno, un reperto del 380 a.C., omaggio alla pesca del tonno, simbolo della storia e della cultura siciliana e, più in generale, del Mediterraneo tutto. (continua sotto)
Oltre al Ritratto d’Uomo la pinacoteca raccoglie tante altre opere, appartenenti alle collezioni di dipinti del fondatore e dell’avvocato Cirincione. Tra le tante citiamo: le Opere della “scuola cretese-bizantina“, Santi Elena e Costantino del pittore Giovanni Mosco, San Giovanni Battista attribuito a Giovanni Antonio Sogliani dei primi del ‘500, Alba a Cefalù(panorama dall’altura di Santa Lucia) di Francesco Bevilacqua, le Nature morte con Cesto di fiori con porcellini d’India e con Cesto di fiori con pappagallo di Giovan Domenico Osnago e Crocifissione del XV secolo.
Interessanti, come già preannunciato, anche la collezione archeologica, che si compone quasi esclusivamente dei reperti riportati alla luce dal barone Mandralisca a Cefalù e in altri luoghi della Sicilia, e le raccolte malacologica e zoologica con l’imponente raccolta di conchiglie marine, terrestri e di acqua dolce a farla da padrone. (continua sotto)
La parte dedicata alla numismatica comprende monete appartenenti all’area magnogreca e siceliota per esempio quelle riportate alla luce a Himera, colonia greca di Sicilia compresa nel territorio di Termini Imerese, a pochi chilometri da Cefalù. Non mancano, come detto, i mobili e gli arredamenti appartenuti alla famiglia Mandralisca e la biblioteca, concepita sin dall’inizio come mezzo per la promozione umana e culturale della popolazione.
Per saperne di più e rimanere aggiornato sui giorni e gli orari di apertura clicca su questo link: https://www.fondazionemandralisca.it/.
Mare, macchia mediterranea, archeologia e storia. Tutto in un unico contesto: la Rocca di Cefalù. Una rupe alta 268 metri che sormonta la cittadina normanna, comunemente chiamata u castieddu dai cefaludesi veraci.
La Rocca dà il nome a Cefalù e ospita un gran numero di monumenti di origine bizantina, popolo che la abitò tra i V e il VI secolo, sfruttandone la posizione per ripararsi dagli attacchi dei nemici. Il principale fra questi monumenti è sicuramente il Tempio di Diana di cui abbiamo già parlato.
Una salita, quella sulla Rocca, attraverso un sentiero, fortificato nel medioevo, che regala tanti momenti particolari e che culmina in uno spettacolare punto panoramico da cui è possibile apprezzare la vista di Cefalù da una posizione veramente privilegiata.
La Rocca di Cefalù è interessata dal mito di Dafni che dopo aver giurato di essere fedele ad una ninfa, venne sedotto da ubriaco e per questa ragione accecato. Dafni quindi decise di uccidersi gettandosi dalla Rocca. Secondo un’altra versione Zeus l’avrebbe poi trasformato in Rocca per salvarlo.
Il Parco archeologico della Rocca è stato inserito nel circuito del sistema integrato dei beni ambientali e culturali di Cefalù e fa parte dei siti di interesse comunitario della Sicilia (S.I.C).
L’Amministrazione comunale ha realizzato vari interventi e ne ha implementato: i servizi per il pubblico, la pulizia e la manutenzione del sottobosco e dei sentieri.
La segnaletica turistica è stata modernizzata con l’ausilio della nuova tecnologia della realtà aumentata. Sono state collocate nuove panchine, cestini ecosostenibili e risistemate le staccionate e le ringhiere.
All’ingresso al parco è stata posizionata una nuova biglietteria con locali in legno ecocompatibili che ospitano anche il servizio di accoglienza, un bookshop, un bar-caffetteria.
Insomma, se vieni a Cefalù, una passeggiata sulla Rocca è d’obbligo. Il parco è aperto tutti i giorni (prefestivi e festivi compresi) dalle 8:00 alle 19:00.
Craft Beer – Pub
Birra artigianale – COCKTAIL bar
Contatti:
Vieni a trovarci in: Via Carrettieri 3, Cefalù (PA)
Chiama: +39 0921820168
Cefalù non è solo mare, Cefalù non è solo storia e cultura, Cefalù è anche la porta delle Madonie.
Le Madonie costituiscono – insieme ai Nebrodi e ai Peloritani – il cosiddetto Appennino siculo, una catena montuosa dalla fantastica varietà faunistica e vegetazionale. Nel 1989 è stato costituito il Parco delle Madonie per preservare il ricco e variegato ecosistema naturale della zona.
Questo paradiso botanico ha vette che sfiorano i 2.000 metri di quota e condizioni climatiche favorevoli che hanno dato vita ad un gran numero di specie animali e vegetali. Qui si contano infatti più della metà delle 2.600 specie presenti in Sicilia.
Un puzzle di paesaggi meravigliosi, immersi nella natura selvaggia e contornati da una miriade di sentieri, ideali per i praticanti del trekking e per coloro i quali amano le lunghe passeggiate tra i boschi.
I comuni che rientrano all’interno del Parco delle Madonie hanno una forte connotazione strategica. In passato sono stati attraversati da greci, romani, bizantini, arabi e normanni; culture e dominazioni che hanno restituito centri abitati pieni di storia e dalle particolari abitudini.
Il Parco delle Madonie offre un incredibile paesaggio tra frassini secolari e gastronomia tipica dove mare e montagna si incontrano e danno vita a uno scenario molto suggestivo: tra boschi e coltivazioni di ulivi, viti, noccioli e manna.
Tipica di questo territorio è la famosa Provola delle Madonie, un formaggio a pasta filata prodotto nei tanti caseifici presenti nel territorio madonita e molto facile da assaggiare, magari durante una passeggiata in uno dei centri storici dei borghi montani.
Le Madonie rappresentano per l’appunto un circuito di borghi, castelli e monasteri più unico che raro. Tra i borghi più conosciuti non si possono non citare Gangi e Petralia Soprana, eletti Borghi più Belli d’Italia rispettivamente nel 2014 e nel 2019, ai quali si aggiungono altre perle come Castelbuono, Geraci Siculo, Petralia Sottana, San Mauro Castelverde, Polizzi Generosa – solo per citare i più famosi – tutti facilmente raggiungibili da Cefalù.
Sono tanti gli scienziati e i botanici interessati allo studio del Parco, attratti dalla sua varietà vegetale unica al mondo che rende questa zona della Sicilia famosa come “il giardino botanico al centro del Mediterraneo”.
Le Madonie rappresentano anche il teatro della Targa Florio, la corsa automobilistica più antica del mondo e della quale parleremo in un articolo dedicato.
Un mix di natura incontaminata, storia millenaria e cultura contadina. Questo sono le Madonie a pochi chilometri dalla splendida Cefalù.
RISTORANTE – PIZZERIA
sEAFOOD – WINE – WOODFIRED PIZZA
Contatti:
Vieni a trovarci in: Lungomare Giuseppe Giardina 17, Cefalù (PA)
Chiama: 0921-421495
Il Tempio di Diana è una struttura megalitica che si trova sulla Rocca di Cefalù e della quale rappresenta il monumento principale.
Un’area archeologica di grande interesse le cui origini risalgono all’età protostorica, con la sua parte più antica, la cisterna, costruita nel IX secolo a.C. e inglobata all’interno del tempio. Questa è ricavata con scavi nella roccia viva e, secondo gli studiosi, fu sede del culto pagano delle acque.
Intorno alla cisterna sorse il tempio vero e proprio, la cui costruzione parrebbe essere iniziata nel V secolo a. C. per concludersi tre secoli dopo.
Qual era la sua funzione?
Tra tutti i monumenti della cittadina normanna, il Tempio di Diana rappresenta forse quello più misterioso dato che per tanto tempo la sua vera funzione è rimasta un enigma. La tesi più probabile è quella relativa alla sua funzione di fortezza-santuario.
La funzione di fortezza è dimostrata sia dal tipo di costruzione che dalla sua posizione strategica sul mare che permetteva di usare il tempio come punto di avvistamento. Quella di santuario è invece accertata, oltre che dalla cisterna, anche dalla presenza di due chiesette, impiantate all’interno, delle quali rimane ad oggi un’abside.
Il Tempio di Diana è dunque l’ennesimo esempio di quanto Cefalù rappresenti un’unicità all’interno del panorama storico e culturale italiano. Un luogo che racchiude le testimonianze dei tanti popoli che l’hanno conquistata e che hanno lasciato la loro impronta indelebile.
Cocktail bar – Lounge
wine – cocktail – food
Vieni a trovarci in: Piazza Colombo 9, Cefalù (PA)
Chiama: +39 3209072457